A PROPOSITO DI AMORE DI DIO, CONFESSIONE E ADESIONE A GESÚ
"Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore. Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto".
È un passaggio del Vangelo di questa domenica. Leggendolo mi ha sollecitato una riflessione riguardo alla reazione di Pietro dopo aver pescato una quantità enorme, spropositata di pesce. Lui pescatore esperto si trova davanti ad un fatto straordinario riferito a Gesù che lo avevo invitato a gettare ancora una volta le reti da pesca.
Se capitasse a noi un guadagno spropositato, un successo immeritato, un ciascuno metta quello che vuole, come reagiremmo?
Diremmo "che fortuna" oppure "con tutto quello che ho, ora sono a posto per un pò". Qualcuno più educato magari ringrazierebbe il donatore.
Invece Pietro no! Reagisce in modo strano, inconsueto, non trovate? Si getta i piedi di Gesù, Lo invita ad allontanarsi, si dichiara peccatore. Ma come? Hai lì un sacco di pesce, come mai in vita tua; puoi guadagnare tanti soldi vendendolo; hai fatto anche poca fatica perché eri vicino alla riva e invece no...ma perché Pietro reagisce così?
Possiamo sorvolare la questione, possiamo relegare questa reazione in termini moralistici, ma vi invito a guardare con attenzione.
Qualcun potrebbe obiettare "Ma a noi non capitano pesche miracolose", è vero. Ma tutti noi siamo immersi quotidianamente in prodigi eccezionali. Il problema è che non li vediamo, non li notiamo. Viviamo dando per scontato, superficialmente e distrattamente. Siamo immersi nei nostri pensieri, preoccupati delle nostre piccole cose e così ci perdiamo il meglio! Ma abbiamo provato a pensare che a ognuno di noi capita così e siamo così distratti da non accorgercene?
Pietro non si vergogna dei suoi limiti, del suo peccato (prima non si era fidato di Gesù che lo invitava a gettare le reti dall′altra parte) e gettandosi ai piedi è come se chiedesse un abbraccio, un segno di misericordia. È confuso, frastornato, ma si rivolge a Gesù. Non fa come noi che invece ci allontaniamo ritenendoci indegni e inadeguati, vanificando così la misericordia di Dio che è sempre più grande del nostro male. Pietro è come se fosse andato a confessarsi.
Pietro resta lì, possiamo immaginarlo inginocchiato, in silenzio dopo aver pronunciato quella espressione, in attesa di ciò che Gesù avrebbe detto e fatto. E ancora più straordinario della pesca miracolosa, Lui lo invita a seguirlo: "Non temere; d′ora in poi sarai pescatore di uomini". E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. Gesù non tiene conto della nostra pochezza, dei nostri peccati, ci chiama, ci invita, Riscopriamo questo agire di Dio! Così da questa fiducia in Dio manifesto in Gesù, ricevo da Lui la forza e l′energia di compiere il bene.
VITA DELLA COMUNITÁ
Giubileo 2025 a Roma con il vescovo Oscar
Dal 18 al 21 settembre 2025. Iscrizione da don Marco.
Giubileo in diocesi
Al santuario della Divina Misericordia di Maccio (Co) 24 maggio.
Aperto a tutti. Per le iscrizioni rivolgersi a don Marco. Siamo quasi 40 iscritti.
11 febbraio Madonna di Lourdes
Giornata del malato a Campodolcino ore 18.00
S. Messa nella cappellina del Muvis
Catechismo
Mercoledì 12 febbraio
- ore 14.30 a Campodolcino
- ore 17.00 a Madesimo
A Fraciscio abbiamo accompagnato alla casa del Padre, Anna Trussoni, il 5 febbraio
COMUNITÁ GUANELLIANA A FRACISCIO
È iniziata un′esperienza di tre confratelli in casa natale Guanella. Essi verificano la possibilità di una vita fraterna dedicata al servizio della carità nella preghiera. Non saranno perciò a servizio della comunità come normalmente noi sacerdoti facciamo. Si fermeranno fino a Pasqua.
IL CRISTIANO PROVVEDUTO, NON SPROVVEDUTO!
C′è un dato da cui dobbiamo partire: in Italia, ormai, un terzo dei nuclei familiari è composto da una sola persona, un terzo da coppie senza figli e un terzo da coppie con figli, in genere uno solo. È un impoverimento, numerico e culturale, che cambia molto la percezione dell′essere famiglia. I motivi sono molteplici e spaziano dalla questione demografica, con il crollo delle nascite, alle condizioni socio-economiche, dagli stili di vita all′organizzazione della società, e non possiamo certo dimenticare il sorgere di quella che lo studioso Christopher Lasch descrive come cultura dell′antifamiglia.
Quando si discute di famiglia e si affrontano le sfide della demografia, ascoltare le soluzioni messe in campo da altri Paesi è certamente utile. Però devo dire che in Europa non c′è tutta questa attenzione, né alla famiglia né alla demografia. Sono felice che al Parlamento europeo sia nato un intergruppo dedicato alla demografia, ma la famiglia è stata quasi espulsa dal dibattito, dall′agenda. L′attenzione delle istituzioni è sempre rivolta all′individuo e alle sue scelte, non alla famiglia come soggetto. E si sente parlare tanto dei giovani, ma poi, nel concreto, non è che sia stato fatto molto nemmeno per loro. (Eugenia Roccella)