A PROPOSITO DI SAN FRANCESCO, PATRONO D′ITALIA, FESTA
"Era già del tutto mutato nel cuore e prossimo a divenirlo anche nel corpo, quando, un giorno, passò accanto alla chiesa di San Damiano, quasi in rovina e abbandonata da tutti. Condotto dallo Spirito, entra a pregare, si prostra supplice e devoto davanti al Crocifisso e, toccato in modo straordinario dalla grazia divina, si ritrova totalmente cambiato. Mentre egli è così profondamente commosso, all′improvviso - cosa da sempre inaudita! (Gv 9,32) - l′immagine di Cristo crocifisso, dal dipinto gli parla, movendo le labbra. Francesco, - gli dice chiamandolo per nome (Cfr Is 40,26) - va′, ripara la mia casa che, come vedi, è tutta in rovina. Francesco è tremante e pieno di stupore, e quasi perde i sensi a queste parole. Ma subito si dispone ad obbedire e si concentra tutto su questo invito". (Tommaso da Celano, Vita seconda di san Francesco).
Vivendo la festa di san Francesco, mi è tornato alla mente questo episodio significativo della vita del santo. Giovane e laico, ancor prima di aver il seguito dei frati francescani, Francesco accoglie obbediente l′invito di Gesù. Mi sembra di udire oggi questo invito; anzi questo invito è rivolto a noi oggi!
Faccio notare che Gesù rivolge questo invito ad un laico, non a un sacerdote o a un parroco. Cosa significa? È semplice ed evidente la risposta: la Chiesa non è solo dei preti e non solo i preti devono occuparsene. Come sapete Francesco iniziò l′opera di restauro della chiesetta di san Damiano, interpretando l′invito come un lavoro di riparazione, ma poi Gesù gli fece comprendere che l′opera era un′altra. Soffermaci sulla chiamata che Gesù rivolge ancora oggi a ciascuno di noi, nessuno escluso. Ciascuno di noi con le sue capacità, tempo, energie è chiamato da Gesù a riparare la chiesa che è in rovina. Dobbiamo ammetterlo, anche ai nostri giorni la chiesa presenta aspetti di rovina.
Alcuni segni: non riusciamo a trasmettere la fede alle giovani generazioni. I genitori faticano con i figli o forse è il contrario; non c′è una comunità dove ci si stima e ci si fida a vicenda; non si trova chi è disponibile ad assumersi un ufficio, un incarico o un servizio a favore della comunità. I pochi che lo fanno sono spesso sommersi dalle critiche se non accusati di far male (il prete lo è da sempre...). Invece di parlare soltanto, di criticare soltanto, seguiamo l′esempio di san Francesco che ascoltò Gesù, obbedì e poi capì cosa gli chiedeva il Signore. Invece tra noi sento spesso ripeter il ritornello: "Non sono preparato; non sono adeguata; non mi sento; ho tanti impegni" ma per Gesù? Che il Signore ripeta, rinnovi e faccia risuonare ancora nei nostri cuori, l′invito che rivolse a Francesco trovandoci disponibili, obbedienti e generosi, come lui.
VITA DELLE COMUNITÁ
Catechismo 2025-2026
Mercoledì 8 ottobre inizio catechismo ore 14.30 a Madesimo.
Visita Vescovo Oscar
Programma degli incontri aperti a tutti. Il nostro vescovo ci aspetta!
Martedi 7 ottobre
Preparazione alla visita celebrazione penitenziale di valle ore 20.30 S. Cassiano.
Venerdi 10 ottobre
S. Lorenzo - Chiavenna
- ore 10.30 S. Messa in onore della Madonna di Gallivaggio
- ore 16.00 adorazione eucaristica
- ore 18.00 S. Rosario e benedizione eucaristica (confessioni ore 6.30-10.30; 16.00-19.00)
Sabato 11 ottobre
- ore 15.00 assemblea col vescovo (oratorio di Gordona)
- ore 18.00 Liturgia della Parola a conclusione della visita (Chiesa di Gordona) (altri dettagli sulla locandina esposta nelle chiese)
Centro del cuore Campodolcino
Riapertura giovedì 16 ottobre, è aperto ogni giovedì dalle 14.30 alle 17.00.
Il Consiglio affari economici di Campodolcino e Fraciscio si riunisce giovedì 9 ottobre.
INVITO DI PAPA LEONE: ROSARIO PER LA PACE
Facciamo nostro l′invito del Santo Padre Leone XIV ad intensificare la preghiera per la pace, in modo particolare con la recita del Rosario durante tutto il mese di ottobre. Lo possiamo pregare in casa o nelle chiese prima delle S. Messe serali.
Papa Leone XIV ha fatto inoltre l′invito alla Chiesa italiana di impegnarci perché tutte le nostre comunità ecclesiali diventino sempre più "case della pace", promuovendo occasioni di autentico dialogo, segni di fraternità e gesti di solidarietà con chi soffre.